Ogni settimana l’ASTUT vi presenterà alcuni video dedicati a strumenti e personaggi del passato. Buona visione!
SESTA USCITA
Il microscopio polarizzatore
Questo tipo di microscopio, detto anche da mineralogia, veniva usato soprattutto in petrografia per l’analisi delle rocce e per definirne la composizione. Al microscopio si possono osservare sezioni sottili, di poche decine di micron, che si ottengono con delle lame diamantate. Grazie alla luce polarizzata, ottenuta tramite un filtro, si possono osservare le diverse componenti presenti nelle rocce.
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QUINTA USCITA
Giuseppe Gibelli e le micorrize
Giuseppe Gibelli fu un botanico vissuto nell’800. Fu direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Torino e nel 1882 scoprì le micorrize, la simbiosi tra le radici di alcune piante e il micelio di alcuni tipi di funghi.
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QUARTA USCITA
Strumenti di odontoiatria
I pellicani e le chiavi di Garengeot sono gli strumenti utilizzati in passato dai “cavadenti” per le estrazioni dentarie.
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TERZA USCITA
Microscopio con camera lucida
Applicando una camera lucida al microscopio è possibile vedere riflessa su un foglio l’immagine di ciò che si trova sotto l’obiettivo, in questo caso una pulce. La camera lucida è un accessorio composto da un prisma e uno specchio che viene applicato sul tubo del microscopio. Si può quindi ripassare l’immagine virtuale e avere una copia precisa di ciò che si sta osservando. Prima dell’avvento della fotografia questo era l’unico modo per riprodurre in modo fedele le osservazioni fatte al microscopio.
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SECONDA USCITA
“La figura della neve” di Donato Rossetti
Donato Rossetti fu un filosofo naturale vissuto nel Seicento. Originario di Livorno si trasferì per motivi politici a Torino dove divenne precettore dei rampolli di casa Savoia. Fu uno scienziato attento agli aspetti pratici e per questo fu spesso in polemica con studiosi del suo tempo. Nel 1681 pubblicò un volumetto “La figura della neve” dove per primo disegnò i cristalli di neve con la classica struttura esagonale che tutti noi oggi conosciamo.
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PRIMA USCITA
Ergografo di Angelo Mosso
Lo strumento, ideato dall’illustre fisiologo torinese a fine ‘800, serviva per tracciare un ergogramma, cioè la curva della fatica svolta da un muscolo. Angelo Mosso studiò a fondo il lavoro muscolare e la fatica e capì che i muscoli sottoposti ad uno sforzo intenso hanno bisogno di un periodo di riposo per recuperare. Proprio per questo motivo, ad inizio ‘900, quando Angelo Mosso divenne senatore del Regno d’Italia, si impegnò per ridurre l’orario di lavoro quotidiano da 12 a 10 ore.
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