Icilio Guareschi fu un chimico, farmacologo e storiografo di fama internazionale. Nacque a s. Secondo Parmense nel 1847. Studiò prima a Parma e poi a Bologna dove nel 1870 ottenne il diploma presso la scuola di Farmacia; si trasferì a Firenze ed infine a Pisa dove nel 1871 si laureò in Scienze Naturali. Per un certo periodo fu assistente di Francesco Selmi e fu insegnante presso l’Istituto Tecnico di Livorno. Nel 1876 diventò professore straordinario di Chimica Farmaceutica presso l’Università di Siena e a soli 32 anni ottenne la cattedra di Chimica Farmaceutica e Tossicologica dell’ateneo torinese dove continuò ad insegnare fino alla morte avvenuta nel 1918. Dal 1897 fino alla fine dei suoi giorni fu anche il direttore della scuola di Farmacia di Torino. Fin dal 1871 collaborò con Francesco Selmi nella stesura della Enciclopedia di Chimica Scientifica ed Industriale, poi nel 1884 si accordò con la casa editrice UTET per la pubblicazione del Supplemento annuale e nel 1898 con la stessa casa editrice diede inizio alla stesura della Nuova enciclopedia. Morì nel 1918 dopo aver completato il decimo volume e sarà il genero, Felice Garelli, a portare a compimento l’opera nel 1927. Fu grazie ad Icilio Guareschi se nel 1893 si poterono abbandonare gli angusti spazi del convento di Via Po in cui erano ospitati gli studi e i laboratori dell’Istituto Farmaceutico per inaugurare la nuova sede nella Città della Scienza, esattamente nel palazzo che occupa ancora oggi in c.so Massimo d’Azeglio angolo corso Raffaello.

Nel 1904 si occupò del recupero dei manoscritti danneggiati dal grave incendio che si era sviluppato nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, che ai tempi si trovava in via Po, e i suoi scritti fecero scuola per le procedure da seguire in caso di tragici eventi di questo tipo. Ecco le sue parole sul lavoro svolto: In questo lavoro di poco più che quattro mesi nel mio laboratorio non solo si sono messi in istato di perfetta conservazione tutti i codici e frammenti consegnati ma se ne sono aperti, sfogliati, spianati ed in parte restaurati moltissimi.

Portò importanti contributi nel campo della chimica organica, analitica, farmaceutica e tossicologica: è uno dei pochi chimici italiani che vede un gruppo di reazioni chimiche designate con il suo nome. E’ considerato  il padre della chimica bromatologica, cioè di quella branca della chimica che studia gli alimenti. Per primo ne istituì un corso che qualche anno più tardi divenne obbligatorio per tutte le scuole di Farmacia del Regno d’Italia.

Profondamente contrario alla guerra, dopo l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, non esitò a mettere al servizio della nazione le sue competenze in campo chimico e tossicologico: queste le sue parole per descrivere lo sgomento della situazione come riportate durante una conferenza del 1915: E’ doloroso a dirsi, ma è così. E’ da quarant’anni che nel mio insegnamento vi comprendo anche la chimica applicata alla tossicologia, ossia la chimica dei veleni, ma non avrei mai neppure sognato che al termine della mia vita dovessi volgere i miei studi a veleni che in battaglia possono uccidere, quasi a tradimento, delle giovani e fiorenti vite umane. Che dirà la storia? Segnerà con marchio a fuoco questi atti inumani.

Dai suoi studi emerse che la calce sodata era il miglior neutralizzante contro gli attacchi con i gas velenosi che venivano fatti al fronte. Non solo, con l’aiuto del figlio Pietro, ingegnere, mise a punto il respiratore Guareschi che si può considerare la prima maschera antigas veramente efficace. Purtroppo questo dispositivo non venne preso in considerazione dagli organi competenti del nostro esercito e solo nel 1918 i soldati italiani furono dotati di maschere SBR, Small Box Respirator, (fornite dagli alleati inglesi), molto simili al prototipo di Guareschi. Negli anni ’20 del Novecento il Servizio Chimico Militare riconobbe postumo il valore dell’invenzione del nostro chimico.

Studiò a fondo le tecniche agricole del tempo e i risultati sono riportati in alcuni scritti dove si trovano indicazioni per migliorare la coltivazione dei terreni. Analizzò in modo particolare le proprietà nutritive dei cereali arrivando alla conclusione che per una sana alimentazione sarebbe stato meglio utilizzare farine integrali per produrre il pane anche al termine della guerra. E’ sorprendente l’attualità di questi scritti che  risalgono a più di cento anni fa: si consiglia di utilizzare cereali integrali o poco raffinati, di consumare più legumi e meno carne, di mangiare la frutta con la buccia, di limitare il consumo degli alcolici e di utilizzare il miele al posto dello zucchero.

Infine si deve ricordare che Guareschi fu un ottimo divulgatore scientifico, interessato a diffondere il sapere tra un pubblico sempre più vasto. Non si limitò a raccogliere in modo organico e aggiornato le conoscenze scientifiche del tempo con la pubblicazione delle Enciclopedie e dei Supplementi, ma divenne anche il primo storiografo della chimica italiana. Oltre allo studio dello sviluppo di questa disciplina in Italia, si dedicò anche alla stesura di biografie di insigni chimici e scienziati.

Fece infine parte della Commissione che si occupò della stesura della prima Farmacopea Ufficiale  del Regno d’Italia che venne pubblicata nel 1892 e del Commentario della farmacopea italiana e dei medicamenti in generale ad uso dei farmacisti, medici, veterinari e studenti, un testo di riferimento per intere generazioni di professionisti.

Un busto sistemato nel 1922 all’ingresso dell’aula magna di Farmacia ne ricorda il suo operato.